Lei si chiama Sara, Sara Vargetto. Ha un sorriso contagioso. È la bambina ora ragazza che è diventata in questi anni un testimonial della Roma che corre. Con papà Paolo, che guida la sua carrozzina accumulando chilometri, emozioni e amicizie. È una presenza fissa nelle più importanti manifestazioni podistiche. Lui è Charles Ampofo, viene dal Ghana, nel 2014 dopo le violenze subite in Libia, è salito su un barcone ed è arrivato a Lampedusa. Ha trovato spazio e lavoro in una cooperativa sociale a Roma. E corre. In questo caso, con Sara, spingendo Sara.
È una delle mattinate in cui si prova a ricominciare dopo l’ennesima ondata della tempesta Covid. Charles e Sara fanno la loro parte insieme. Gareggiano per gli stessi colori, quelli dell’Athletica Vaticana che nella vulgata giornalistica sono ormai i maratoneti del Papa. Sono nati nel 2017. E da allora, hanno tagliato tanti traguardi. La squadra, che ha come riferimento il Pontificio Consiglio della Cultura ed è presieduta da Giampaolo Mattei, scatenato appassionato-papà-dirigente, è addirittura membro di World Athletics e Uci, le due federazioni internazionali di atletica e ciclismo. Ma ora ci sono pure il padel e cricket.
Naturalmente le loro maglie gialle riempiono le partenze delle corse che partono da San Pietro, prima di tutto la Corsa dei Santi anche se nel 2000 via della Conciliazione per il Giubileo ospitò addirittura la partenza della maratona. Ma è il lavoro di tutti i giorni che colpisce. Un continuo, incessante, tentativo di coinvolgere. Quella parola “inclusione” che non si ferma mai, è sempre in movimento con Sara, Charles e tanti altri.