“Buon giorno signori, devo firmare?”. “Ma lei chi è? Ma che s’è messo? Perché porta la maschera?”. “Io sono un corridore, scusi, vorrei in questa corsa, di cui certamente sarò il vincitore, mantenere l’incognito. Sarebbe possibile?”.
“Macché incognito, si tolga la maschera, non faccia il buffone, vada via!”.
All’inizio della sua carriera, Alberto Sordi è stato un marciatore in “Mamma mia che impressione”, pellicola uscita nel 1951.
La regia era di Roberto Savarese, il soggetto invece si deve allo stesso Sordi insieme con Cesare Zavattini, mentre la produzione fu di Alberto con Vittorio De Sica.
Il film, non particolarmente fortunato sia per la critica sia al botteghino, è una gag dopo l’altra proprio lungo la zona del Foro Italico (ma l’Olimpico ancora non c’era) con un approccio alla gara di 25 chilometri subito farsesco. Siamo infatti a Lungotevere Cadorna, davanti alle Piscine, quando si comincia: un tratto di strada dove sarebbero poi passate centinaia di corse podistiche. Uno strategico sbaglio di strada in piazza Maresciallo Giardino permette a Sordi di recuperare sul gruppo dove c’è Arturo, rivale in amore per la conquista di Margherita.
Seguiranno esilaranti tratti di percorso in autobus o in bici prima dell’arrivo. Poi Sordi, anche cinematograficamente parlando, si darà al calcio come presidente del Borgorosso Football Club, ma prima di tutto ci fu l’atletica…