Ultimo giorno dell’anno a Roma. Il 1971 che dice ciao a tutti. Cenoni da preparare, amici da incontrare, sfide goliardiche. Anche di corsa. Una moda che diventerà poi tradizione, peraltro diffusa in tutto il mondo, a partire dalla mitica “Corrida” di San Paolo del Brasile.
Succede all’Acqua Acetosa con la Maratona di San Silvestro organizzata dal CUS Roma. C’è chi correrà per cinque chilometri, chi per 42 e 195 metri, ce n’è per tutti i gusti. Nel popolo dei podisti spunta anche il fresco campione europeo dei 1500 metri, Franco Arese. Molti addetti ai lavori sono presi in contropiede: dalla formidabile volata di Helsinki il passo verso la maratona non è così breve.
Viene immortalato con un atleta abituato a scatti molto più brevi: Adriano Panatta. Gioca a tennis ed è già qualcuno, anche se solo cinque anni più tardi vivrà la sua stagione d’oro. I due scherzano, sorridono, sembrano spassarsela nonostante lo sforzo che li attende. Adriano se la caverà con poco: preferisce la distanza più corta dove arriverà tre minuti e mezzo prima del suo predecessore Nicola Pietrangeli.
Franco no, Franco arriverà solo dopo due ore, 24 minuti e 48 secondi. E arriverà primo. Nonostante la pioggia battente e un giallo sul percorso che lo costringerà a correre altri otto chilometri quando pensava di essere vicino al traguardo. La “fuga” sulla maratona rimarrà un unicum nella carriera di Arese, ma tornando a Ostia, dove si allenava, il campione d’Europa confidò al suo amico e collega Franco Fava di aver vissuto quel giorno “la gara che mi ha appagato di più”.