Dalle pendici di Monte Mario al Foro Italico con l’atletica leggera nel cuore. Lorenzo Benati, ventiduenne romano, è sicuro: “Gli Europei d’Atletica saranno un’occasione gigante per tutti gli atleti della nazionale, in particolare per noi romani perché oltre al tifo di casa sugli spalti ci saranno amici, familiari e conoscenti. Avrà una importanza diversa e speriamo di onorare questa manifestazione al meglio” dice il velocista azzurro proiettandosi ai Campionati Europei di Atletica Leggera Roma 2024, in programma dal 7 al 12 giugno allo Stadio Olimpico e al Parco del Foro Italico (biglietti e abbonamenti in vendita qui).
Cresciuto sulla pista dello Stadio Paolo Rosi, colonna delle Nazionali giovanili, Benati ha sviluppato il suo percorso insieme a tanti talenti azzurri: “Dal 2017 allo scorso anno ne ho visti tanti, come Larissa Iapichino, Lorenzo Simonelli e Zaynab Dosso. È stata una bella emozione. Ai Mondiali Indoor di Glasgow, poi, Lorenzo e Zaynab sono riusciti a conquistare una medaglia e questo ci dà tanta carica”.
La corsa è da sempre un tratto comune della famiglia Benati: il papà-coach Mario è stato atleta delle Fiamme Gialle, specializzato negli 800 metri come la mamma Viola Serego. Dopo aver giocato a pallavolo e tennis, al primo vero anno in pista Lorenzo si è innamorato dell’atletica, si è focalizzato sui 400 metri e la staffetta 4×400 e ora sogna in grande. Sulla staffetta maschile e mista non ha dubbi: “C’è margine per andare a prenderci qualcosa di importante in entrambe le gare. Non parlo delle Olimpiadi, ma mai dire mai. Teniamo le dita incrociate”.
Il legame con la Città Eterna è molto forte: “Sono della Balduina – racconta Benati, diplomato al liceo scientifico e studente di medicina alla Sapienza – Sono un grande estimatore di Piazza Socrate, uno dei luoghi di Roma che preferisco. Poi c’è il centro, Piazza di Spagna e il Pantheon”.
Amante della musica e del pianoforte, è concentrato sulla prossima kermesse continentale: “Tre buoni motivi per non perdersi gli Europei di Roma? Il primo perché ci siamo noi, una delle nazionali più forti che l’atletica italiana abbia mai avuto, poi per l’atmosfera incredibile e infine perché l’Olimpico è l’Olimpico”.
Foto Grana\FIDAL