Salto in lungo

Il volo nell’aria, l’atterraggio nella sabbia, lo spettacolo degli atleti che si sfidano in pedana in una specialità che esalta la velocità, l’elasticità e le capacità tecniche. Correre e poi staccare al momento giusto, senza commettere ‘nullo’ sull’asse di battuta, ma restando con il piede entro il limite indicato. Il salto viene misurato a partire dal segno più vicino alla linea di stacco lasciato dall’atleta sulla sabbia con qualsiasi parte del corpo. Occhio al vento: se superiore ai 2 metri al secondo, il salto viene considerato ‘ventoso’. È quindi valido per la classifica della gara ma non può essere omologato in caso di record. Se due atleti ottengono la stessa miglior misura, per decidere il vincitore si ricorre alla seconda miglior misura.
I primati del salto in lungo hanno superato i trent’anni di longevità. Il record mondiale ed europeo al femminile appartiene a Galina Chistyakova (Urss) dal 1988 con 7,52. Il primato del mondo maschile resiste da Tokyo 1991 (Mike Powell, Usa, 8,95), quello europeo ha la firma di Robert Emmiyan (Urss) con l’8,86 stabilito nel 1987. È europeo il ‘campione di tutto’: il greco Miltiadis Tentoglou, alla vigilia di Roma 2024, detiene contemporaneamente il titolo olimpico, mondiale, europeo, mondiale indoor ed europeo indoor.
La finale delle finali: Mondiali di Tokyo 1991. Una sfida indimenticabile tra Mike Powell e Carl Lewis, uno dei duelli più avvincenti nella storia dell’atletica. Lewis 8,68 al primo tentativo, poi 8,83 ventoso al terzo e ancora 8,91 con troppo vento al quarto tentativo. Il sorpasso vincente di Powell al quinto turno con 8,95. L’Italia, paese ospitante degli Europei di Roma 2024, vanta due giovani talenti nel lungo, entrambi autori della migliore prestazione mondiale U20 di ogni epoca al coperto: Mattia Furlani 8,34, Larissa Iapichino 6,91.